Dizionario garfagnino

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VINI’ (VÉNI’)

intrans.

Pres. indic. Io vèngo (véngo), tu véni, egli vièn(vèn) noi veniàm (viniàm,venghiàm, viniàn, veniàn venghiàn), voi venite (vinite) essi vèngono(vèngon, vènghino, vènghin, véngono, vénghino, vénghin); imperf. io venivo (vinívo, vinío); fut. ioverò (verrò); pass. rem. iovenítti(vinitti, vénni, vènni, vènsi), tu venisti (vinisti), egli venitte(vinítte, vénne, vènse) noi venimmo (vinimmo, viníttimo, venittimo, vènsimo), voi veniste (viniste), essi venìttero(vinettero, vénnero, vènsero, vènsino); cong. pres. (che) io vènga; cong. imperf. (che) io venissi (vnissii) .(che) essi venissero (vinissero, venissino, vinissino); part. pass. venuto (vinuto). Verbo di uso generalissimo; venire, recarsi dove si trova o dove va la persona cui si parla; giungere (vini’ da fora, da lontan), provenire (è un vin che vien dalla Sicilia), riuscire (la torta ’un m’è vinuta ben); (riferito al tempo) diventare (è vinuto freddo); sorgere, nascere di un’idea, un pensiero (come t’è vinuta quest’idea?) e con gli altri significati propri della lingua italiana. Lo si segnala per la sua frequenza nel linguaggio della gente di Garfagnana, che lo utilizza, come si è visto, anche in molte altre accezioni per le quali l’italiano prevede termini appositi. Singolare è la locuz. idiomat. Vini’ male utilizzata spesso dal dialetto garf. nel senso di ‘far fatica ad arrivare in un certo posto per le avverse condizioni di tempo o di luogo (da te si ven male, con quella stradaccia, adesso po’ ch’è piouto!). L’espressione trova impiego anche nel senso di ‘andar in un certo luogo controvoglia’: cfr. Bonini, Regalo mal retribuito, 95 ove una ragazza parla del fidanzato che, prima, veniva a trovarla spesso e in seguito, una volta scambiate tra di loro le fotografie, “nun vense più o, se vinitte, vense malamente”. Similmente alla lingua italiana, sostituisce esse nella forma passiva di molti verbi (il buro ven usato in cucina; Giovanni vien chiamato Baffo; il pan ven levato dal forno quand’è cotto). Caratteristica, come per il verbo tene’(ved. supra), la conservazione della radice venga lla prima persona sing. ed alla prima (questa ormai in via di sparizione) e terza plur. del pres. indic. nonché al pres. cong. (dove sta progressivamente scomparendo alla prima e seconda persona plur.) ed ancora alla terza persona sing., alla prima e terza persona plur. dell’imperat., radice che la lingua italiana ha conservato solo per la prima persona sing. e la terza plur. del pres. indic., per le prime tre sing. e per la terza plur. del pres. cong. e per la terza persona sing. e plur.dell’imperat.Dal lat. venire.