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VÉJO (A)
locuz. idiom. garf.
Veglia, ma nel senso di riunione, conversazione serale tra amici, occasione per raccontarsi a vicenda esperienze realmente vissute o solo sognate, favole udite raccontare o storie lette su libri o giornali. Incontro serotino tra innamorati a casa dell’uno o dell’altra per chiacchierare, con la speranza di potersi scambiare effusioni e baci furtivi. (Pennacchi, Il sogno in del carvato, 62: “Cuminciai la sera a andacci a vejo”; Bonini, Cumprimenti, 86: “Ditemi un po’quando vinite a vejo…?”). Una completa descrizione di questi incontri serali, ormai in via di abbandono, si può trovare nel libro di Lorenza Rossi, pagg. 11 sgg. Per una conoscenza approfondita di queste veglie si veda il libro di Duse Lemetti Stasera venite a vejo, tere? - Le veglie della Garfagnana. Tipica l’espressione, squisitamente garfagnina, Tra Sassi e Ejo van i gatti a vejo per indicare la distanza brevissima che separa questi due paesi (un tempo divisi da accesa rivalità) e, per estensione, una minima distanza tra due luoghi o cose. Forma masch. di ‘veglia’ deverb. da ‘vegliare’ (Battaglia, XXI, 704).