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VÀCCA 1
s.f.
La femmina del toro che abbia già figliato. In italiano si usa più frequentemente ‘mucca’, che sembra meno volgare, forse perché ‘vacca’ ha assunto anche il significato spregiativo, di ‘donna dai facili costumi’ (e in molti casi anche di prostituta); ciò non avviene nel dialetto garf. ove ‘mucca’ è vocabolo quasi sconosciuto (Pennacchi, Il Togno e il su’ primo amore, 55: “Potrai munge le vacche di bonora”; Bonini, Mia credici, 36: “Merendon, merendon giò giò vinia / il sor Luvigi…/ e i su’ conti facea tra sé per via / a quanto podea vende la su’ vacca”. Ancora Bonini, El cuntadin del curato, 46: “Le vacche m’en ritorne al toro”). Santini, nella poesia Colloquio, 51 usa il termine giocando sull’equivoco, facendo riferimento ora alla bestia, ora alla figlia di una delle due comari, rimasta inopinatamente incinta.Dall’identica parola latina vacca.