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ÚFFO (A)
locuz. avverb.
A ufo, a sbafo, senza spendere nulla, a scrocco. Circa l’etimologia della espressione, che Mestica, 1982 reputa ignota (e Palazzi, 1289 incerta), pare opportuno riportare la tesi di Devoto-Oli, 2585 che la fa derivare dalla sigla A.U.F. (ad usum fabricæ) posta sui materiali destinati alla costruzione del Duomo fiorentino di S. Maria del Fiore, esenti, in quanto tali, da ogni dazio e gabella. Borgonovo-Torelli, 307 – dopo aver proposto primariamente una derivazione onomatopeica da uff, “che descrive lo ‘sbuffo’ da ricollegarsi a ‘bufera” – riportano, dichiarandola, però, improbabile, anche una tesi sostanzialmente non lontana a quella di Devoto-Oli (ripresa, insieme ad altre, con ampie citazioni, da Battaglia, XXI, 503) così scrivendo: “(da) ex uffo abbreviazione burocratica fiorentina del lat. ex officio (per cause di servizio) nelle note spese dei magistrati o dalla scritta A.U.F. sigla del lat. ad urbis abricam (per la fabbrica della città) riportata sulle vetture esenti da dogana perché trasportavano materiale per la fabbrica di S. Pietro a Roma”.