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TOPACÉCA
s.f.
Talpa, piccolo mammifero con unghie assai robuste in grado di scavar lunghe gallerie sotterranee. Pennacchi, 30 dedica una poesia ad un gustoso dialogo tra una bota ‘un rospo’ ed appunto una topaceca nel corso del quale questa replica alla prima – che si lamentava del cattivo trattamento riservato dagli uomini ad animali come loro – osservando che, se anche altre bestie (come galline e maiali) ricevono più cure e attenzioni dagli esseri umani, non si può ignorare come poi finiscano in pentola per cui, tutto sommato, è meglio venir bistrattati che esser impiegati come pietanze e conclude: “in fondo siam affurtunate /…perché j’omi enno avvezzi a rispettà /solo se ci rimedin da mangià”. Non esistendo una codificazione scritta del dialetto della Garfagnana, abbiamo ritenuto di riportare il vocabolo costituito da un'unica parola e senza la .,come lo scrive il Pennacchi.Il vocabolo deriva dal fatto che si credeva che la talpa fosse cieca: In realtà non è affatto cieca, ma lo sono i piccoli per qualche tempo dopo la nascita e ciò può esser alla base della convinzione popolare.