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STIACCIA’
trans.
Coniugato come i verbi in cia’. Schiacciare, premere una cosa con forza così da modificarne la forma. Implica spesso (anche se non necessariamente) un atto volontario e dunque è diverso da abbacca’ (ved. supra); non ha però, di norma, significato vandalico, onde diverge pure da treppica’ (ved. infra). Si usa anche in senso figurato come ‘superare nettamente, vincere, umiliare’ (ti ho stiacciato, ieri sera, a scopon!) ed anche nel senso di ‘pronunciare un’espressione forte’, specie una bestemmia (Pennacchi, Il Togno e il Censimento, 96: “Mi guardò in faccia e ci stiacciò un sagrato”; Bonini, Mia credici, 36: “Lo veddi torna’ fora inviperito / e un moccoletto j sintii stiaccià”). È un po’ meno di spiaccica’(ved. supra) che implica un concetto di deformazione non sempre presente in stiaccia’. Verbo di probabile origine onomatopeica, derivato forse dal germ. schlànkian (Mestica, 1563)