Dizionario garfagnino

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STA’

intrans.

Pres. indic. io sto, tu stai, egli sta, noi stiàm(stiàn. stachiàm, stachiàn, stabbiàm, stabbiàn), voi state, essi stàn; pass. rem. iostétti(stiédi) ecc; pres. cong. (che) io stia. (che) essi stíano(stíino); imperf. cong. (che) io stéssi(stàssi)…, (che) noi stéssimo(stàssimo). (che) essi stéssero(stàssero, stéssino, stàssino). Stare. Il verbo, che è andato assumendo un significato sempre più esteso, non differisce dall’omofono italiano, ma crediamo giusto riportarlo ugualmente per la singolarità della coniugazione e per la estrema varietà di accezioni assunte nel dialetto della gente di Garfagnana; questo, infatti, per sua natura abbastanza povero, impiega sta’con significati per i quali la nostra lingua nazionale conosce termini più precisi. Letteralmente equivale a ‘non muoversi, restare, rimanere dove si è’ (Andiam o stiam? State un altro pupuin), ma può anche significare ‘trattenere, trattenersi, indugiare’ (stette un popo’ fermo po’riparti’); ‘abitare’ (è ito e sta’ a Lucca); ‘trovarsi’ (con te sto proprio ben); ‘reggersi ritto, immobile’ (sta’ fermo) e, per estensione, può alludere ad ogni altro comportamento o contegno (sta’siduto; sta’ a letto; lì ’un ci vojo sta’); ‘essere’: (in du’ sta’ scritto?, sta’ attento!); ‘essere in procinto di’ (sto per nisci’); ‘essere adatto, far bella (brutta) figura’: (questo cappello (’un) mi sta ben); ‘esprimere la propria condizione fisica’ (sto male). Sono inoltre molteplici le locuz. idiom. garf. composte con il verbo sta’. Tra queste ricordiamo In che si sta?, usata per indicare un minimo lasso di tempo (in che si sta ad anda’ da Sassi a Eglio?; in che si sta per esse a Natale?); sta’ forte, espressione ricordata dal maestro Poli, con il verbo coniugato alla seconda persona (sing. e plur.) dell’imperat. (sta, state forte), che costituisce una specie di invito a rimanere; come dire: “resta (restare) con noi”, “fermati (fermatevi) qui”); sta’ in du batta (letteralmente ‘star dove capita’), che sempre il maestro Poli dice essere usata per indicare una persona indecisa, che non vuole assumersi responsabilità particolari; sta’ in porto, locuzione che richiama una nave ormeggiata e che veniva utilizzata nel significato di ‘attendere, aspettare’ (ho molta furia, ’un mi fa sta’ in porto); statti di che, nel senso di ‘improvvisamente’, come precisa nel Glossario, 275, il professor Gastone Venturelli, ritenendo questa bella locuzione, tipica di Eglio, ma che si trova anche nelle poesie del maestro vergemolino Stefano Valiensi, Temporale d’estate e rifugio in un capannotto, 74: “Ero…a raccatta’ le fragole nel bosco / quando, statti di che, s’è fatto fosco / tutto ’l cel…”). Dal lat. stare.