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SCOLTA’
trans.
Coniugato come ama’. (al part. pass. troviamo scolto e scoltato). Ascoltare, sentire, udire; particolarmente nel senso di ‘prestare attenzione, dare retta, intendere per prepararsi e regolarsi di conseguenza’. Nella poesia Il Togno e la guera, 41 Pennacchi, dopo aver raffrontato i tempi antichi con quelli moderni, si ferma a considerare gli incontri, le tavole rotonde dei vari Stati, governi, ministri, per trovare soluzioni negoziali alle crisi internazionali e conclude mestamente: “...Ma invece di decidersi a finì / pare che parli un muto e scolti un sordo”. Il verbo ricorre anche nella poesia Il Festivalle di San Remo dello stesso Pennacchi ove, a pag 56, si legge: “Che Festivalle! È proprio da cojoni / stallo a scoltà!” Anche Bonini impiega questo verbo; cfr. Gnanco i vecchi ci credin più, 66: “La vecchietta scoltò tutta contrita”. Dal lat. auscultare.