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RÈSTO 1
s.m.
Differenza, avanzo, residuo di qualcosa. Il vocabolo è identico all’italiano e si riporta unicamente per ricordare l’espressione idiom. (oggi pressoché scomparsa dall’uso) resto del carlino, con la quale venivano scherzosamente indicate le punizioni corporali inferte ai ragazzi, in aggiunta a quelle che essi avevano già buscato, per le loro marachelle, da altri parenti, dal maestro, dal parroco o da altre persone, per consuetudine autorizzate a far uso di mezzi coercitivi su fanciulli e adolescenti. L’espressione, che rical il titolo di un noto quotidiano è ricordata da Alcide Rossi nell’articolo La Befana in ‘La Garfagnana – Numero speciale’, dicembre 1966, pag. 6. Essa, verosimilmente, è stata adottata dal dialetto in quanto quel vocabolo ‘resto’ serviva egregiamente allo scopo di indicare qualcosa in più (nella fattispecie, di punitivo) rispetto a quanto già ottenuto.