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RÀNNO
s.m.
“Acqua nella quale è stata fatta bollire della cenere o che è stata fatta filtrare con una pezzuola attraverso uno strato di cenere, utilizzata quindi per il bucato” (Palazzi, 946). Spesso poi quell’acqua veniva raccolta nel paiolo e fatta scaldare nuovamente per esser rifiltrata nella conca. La parola è presente anche nei dizionari di italiano; tuttavia, mentre nella nostra lingua ufficiale è vocabolo raro e dotto, nel dialetto della Garfagnana era utilizzato comunemente (Santini, Lo zezzoron, 20: .senti la gente / che Lei ha intorno, e tutti j diranno / che ’un pol esse ch’un vin che pare ranno / paghi quanto ’l Nepiol del Presidente”). Mestica, 1349 propende per una derivazione dal ted. rinnen, ‘colare’; Passerini Tosi, 1224 e Devoto-Oli, 1875 dal longob. rannja.