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RAJA’
intrans.
Coniugato come i verbi in ia’. Ragliare, emettere il verso dell’asino, o, più propriamente, del miccio: questo vocabolo, infatti, e non ‘asino, mulo, somaro’, è, in Garfagnana, il nome della bestia che raglia (Bonini, Se, 40: “Se il miccio nun rajasse con tutto el su coracio”). Voce onomatopeica, derivante dal tardo lat. ragulare Borgonovo-Torelli, 234; conf. Palazzi, 942); Mestica, 1344 propone invece una origine da rudere, ‘ruggire, ragliare’. Su D’Arbela, Annaratone, Cammelli, 1000 e Georges-Calonghi, col. 2423 si trova quest’ultimo verbo con primo significato proprio ‘ragliare’; non si rinviene invece ‘ragulare’. Battaglia, XV, 368 ritiene ‘ragliare’ (da cui raja’) allotropo toscano di ragghiare, di probabile origine onomatopeica.