Dizionario garfagnino

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POLPÚTO

agg.

Morbido e tenero. Il vocabolo ha tuttavia un significato più limitato e, nel contempo, più esclusivo, venendo usato in particolare con riferimento agli ossi di maiale che, dopo esser stati in salamoia per il tempo previsto, accompagnano la polenta di neccio. Poiché si tratta di ossi, dunque di pezzi di carne per loro natura non pregiati, sarà bene che siano almeno polputi, cioè rivestiti di un poco di carne magra, non secchi o coperti solo di grasso (A.Gallesi, 52). Passerini Tosi, 1128 usa “polpacciuto”, termine decisamente brutto. Derivato da polpa (Battaglia, XIII, 796).