Dizionario garfagnino

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PAÚRA

s.f.

Grave turbamento d’animo di fronte a cosa o circostanza che si reputa pericolosa. In tale accezione peraltro non vi è nulla da segnalare, trattandosi di vocabolo con identico significato in italiano. Ma in Garfagnana con questa parola si indica un gioco da ragazzi consistente nella creazione di una sorta di maschera ricavata svuotando una zucca e facendovi dei buchi in corrispondenza degli occhi, del naso e della bocca (a somiglianza di una testa umana) ed inserendovi poi all’interno una candela che veniva accesa dopo il tramonto. Questo tipo di divertimento era caratteristico della fine dell’estate (quando maturano le zucche) ed era frequente parecchi anni fa: dunque costituiva qualcosa di originale, certo non riconducibile alla ricorrenza di Halloween, entrata nel costume garfagnino ben più di recente e di cui i ragazzi che giocavano con la paura non avevano nessuna conoscenza, neppur per sentito dire (ved. infra zucco). Borgonovo-Torelli, 204 (conf. Palazzi, 810) fanno derivare il vocabolo dal lat. pavor, mentre Devoto-Oli, 1647 dal lat. volg. pavura; tutti però poi concordano sulla derivazione iniziale dal verbo pavere ‘tremare (per lo spavento), aver paura’ (D’Arbela, Annaratone, Cammelli, 798).