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MAGGIÀNTE
s.m.
Cantante del maggio (ved. infra) per la cui rappresentazione occorrono dei personaggi che cantino la vicenda. Possiamo avere l’Angelo (che riassume la storia all’inizio dello spettacolo), il suggeritore (che non canta, ma sostiene e supporta i cantanti ove non ricordino qualche parola), il Re, la Regina, il Principe, la Principessa, i soldati e così via. Tutti i maggianti indossano costumi sgargianti (privi di qualsiasi collegamento con la scena e senza alcuna funzione di travestimento) aventi il solo fine di creare la cornice per un’atmosfera fantastica che verrà riempita dall’immaginazione dello spettatore; di norma i maggianti si dividono in buoni e cattivi (perché il maggio ricorda le lotte del Bene contro il Male, delle forze buone della Natura contro quelle avverse, della Primavera contro l’Inverno). In genere le fazioni contrapposte sono quelle dei Cristiani e dei Pagani, dei Romani e dei Barbari, e, con grande frequenza, dei Crociati e dei Turchi. Il maggiante crociato calza l’elmo, quello turco, il turbante; il Re di ambo gli schieramenti porta in capo una rudimentale corona. Tutti sono dotati di spade e scudi di legno, sui quali verranno calate le prime (durante i numerosi combattimenti previsti dal copione) in maniera tale che siano chiaramente avvertibili i colpi. Alla fine della rappresentazione, dopo l’immancabile vittoria dei Buoni sui Cattivi, tutti i maggianti in coro intonano una o più strofe di ringraziamento con le quali si scusano verso gli spettatori per l’imperfezione dell’esecuzione e li ringraziano della pazienza usata nell’ascoltarli, nonché per le offerte che riterranno di fare a titolo di ricompensa per l’impegno profuso.