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LEVA’
trans.
Coniugato come ama’. Portar via, levare, togliere; per estensione ‘raccogliere staccando’ (in du hai levo quel fungio?). (Pennacchi, La Luna ’un è piú le’: “Nun possinocapi’ questi scienziati / quel ch’han levo a noialtri disgraziati”; Bonini, La noscia fin, 21: “Ti vedi abbindolato in tutti i modi / e nimo che ti levi il mal di dosso). Alla forma rifless. (levassi) assume il significato di ‘sollevarsi, alzarsi dal letto’ (stamane mi son levo alle sette) ed anche di ‘allontanarsi, muoversi [leviti (levati) di lí; leviti (levati) di torno]. Unito all’espressione di sotto stava ad indicare l’attività di sottrarre una persona (in genere un bambino) ad un’altra (di norma un genitore o un parente stretto) che la sta percuotendo (il mi’ marito bussava il Giuvannin; s’un glielo levao di sotto, lo ruvinava); questa espressione viene (o meglio, veniva) adoperata anche con il significato di ‘togliere il letame da sotto le bestie nella stalla’. Dal lat. levare ‘levare, sollevare, togliere.