Dizionario garfagnino

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LAVÉZZO

s.m.

Paiolo, pentola di bronzo dalle ampie dimensioni con forma cilindrica e dotata di manico semicircolare. La parola, anche nella variante laveggio, è diffusa in tutta l’area centromeridionale italiana (dove è comune l’espressione cascar dal paiolo nel laveggio equivalente a ‘cader dalla padella nelle braci’ per indicare colui che, al fine di evitarsi un male, vada incontro ad uno peggiore). Per le affinità (e le differenze) con il pajolo ved. infra quest’ultimo vocabolo. (Pennacchi, La vecchina, 122: “La mi’ mamma, alla fin dell’orazion / cavava dal lavezzo il vin bullito”). ‘Laveggio’, che si può unificare a lavezzo anche per l’etimologia, deriva dal lat. lapideus, ‘di pietra’ da cui lapidium‘vaso di pietra’ (Passerini Tosi, 828; conf. Devoto-Oli, 1256). Mestica, 854 propone invece una derivazione dal lat. lebes‘bacino’, mediante una supposta forma lebetium.