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GUASTA’
trans.
Coniugato come ama’. Il verbo, pur conosciuto dal dialetto garf. nel significato comune di ‘rovinare, togliere le qualità naturali ad una cosa, ridurla in cattivo stato, alterarla, corromperla’ (e alla forma rifless. ‘alterarsi, corrompersi, rovinarsi’), assume molto spesso il valore, abbastanza originale, di ‘ferire, colpire, arrecare un male fisico a qualcuno’ (cfr. la novella Il pioppo registrata da Venturelli, 169: “Cume faccio io stasera? Qui ci sarà anco delle bestie… come lla rimedio? Mi guasteranno…”). Nel comune significato di ‘rovinare, mandare a monte’ cfr. invece Santini, La vacca, 60: “Eppo’, varda, per ’un guasta’ l’affare / vi rivo a cento foj, mondo eppò boia…”. Alla forma rifless. (guastassi il verbo significa anche ‘litigare, rompere le relazioni amichevoli’. Dal lat. vastare ‘devastare, rovinare’, con va divenuto gua per influsso del germ. wosti ‘deserto’ (Diz. Etimol. Rusconi, 457).