Dizionario garfagnino

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GNÈNTE

pron. indef. avv. e s.m.

Nulla, nessuna cosa, niente. (Bonini, Un fil di speranza, 32: “En tre volte che j scrivo, senza mai riceve gnente”; Pennacchi, Tipi strani, 10: “È uno che cià misso gnente gnente / du’ anni per pijasse la patente”). Può anche avere valore positivo (specie in proposizioni interrogative, dirette o indirette) nel significato di ‘qualche cosa, anche minima’ (Ji basta un gnente per esse cuntento; ’un c’è gnente da mangia’?). Nel linguaggio parlato è forse più diffuso nulla. Passerini Tosi, 982 propone una derivazione dal lat. mediev. nec entem ‘nemmeno un essere’; la tesi è condivisa da Borgonovo-Torelli, 184, mentre Mestica, 1017 ritiene doversi risalire a nec con valore negativo e inde (con formazione consimile a ‘sovente’ da sub e inde). Palazzi, 748 risolve la questione attribuendo alla parola etimologia incerta e così sostanzialmente ritiene sia anche Battaglia, XI, 436 il quale dichiara foneticamente e sintatticamente improbabile la derivazione da nec inde, ritiene poco convincente quella da nec entem e conclude per affermare più attendibile, forse, una provenienza da nec gentem di origine popolare.