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FRÍGGE
trans.
Pres. ind: io friggo,... essi fríggono(fríggino); imperf.: io friggévo(friggéo),... noi friggévamo(friggévimo, friggéamo, friggéimo), voi friggévate(friggéate, friggévite, friggéite, friggévito, friggéito), essi friggévano(friggévino, friggéano, friggéino); fut.: io friggerò ecc; pass. rem.: io friggétti(fríssi),...noi friggéttimo(friggémmo, fríssimo), essi friggéttero(fríssero, friggéttino, fríssino,) pres. cong.: (che) io frigga ecc; imperat: friggi ecc; part. pass.: fritto. Friggere, cuocere qualcosa in padella, con burro, olio, strutto (o altro prodotto surrogato) liquefatto e bollente. Rumore prodotto dall’olio o altro grasso messo in una pentola sul fuoco; rumore fatto da un ferro o altra cosa bollente immersa nell’acqua. In senso traslato, ‘struggersi, esser impaziente’. Il verbo non diverge dall’italiano ‘friggere’, ma si riporta per sottolineare la bravura delle massaie garfagnine in questo tipo di cottura. Friggere infatti non è facile: si corre il rischio di cuocere la vivanda troppo poco, lasciandola priva di gusto, ovvero di cuocerla troppo e bruciarla; di farla diventare troppo secca oppure di portarla in tavola eccessivamente morbida e poco croccante. In Garfagnana viceversa è comune gustare (si tratti di pollo, coniglio, fettine indorate, fioretti di zucca o altro) degli eccezionali manicaretti, croccanti e saporiti, senza esser bruciati, difficilmente assaggiabili in altre parti d’Italia. Questo almeno è il parere di chi scrive.. Dal lat. frigere‘arrostire, abbrustolire’ (Castiglioni-Mariotti, 586).