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FAÍNA
s.f.
Animale dei mustelidi, comune nelle zone appenniniche. Per quanto di dimensioni modeste, è un pericoloso predatore e, se riesce ad entrare in un pollaio, è in grado di compiere vere e proprie stragi di galline. Per tal motivo questa bestia era assai temuta dai contadini. Gian Mirola, ricordando il particolare, nel suo commento alla poesia di Bonini (Cuntadin avveduto, 76), scrive: “insieme alla volpe, (questo animale) è considerato il nemico numero uno delle galline. Un tempo, in Garfagnana (ma non solo qui, n.d.a.), chi riusciva a catturare, con lacci o con tagliole, una volpe o una faina viva, aveva diritto alla riconoscenza dei montanari: il fortunato cacciatore passava di casa in casa, mostrando la sua preda e riceveva in dono una o più coppie di uova. Le uova non venivano mai offerte in numero dispari: o due, o quattro o sei… e così via fino alla dozzina”. Nel dialetto garf. il vocabolo ricorre in senso traslato anche per indicare una persona furba, astuta (a volte anche con un accento dispregiativo), accezione poco frequente nella lingua italiana che, per esprimere il medesimo concetto, preferisce ricorrere alla similitudine con la volpe. Etimologicamente deriva dal lat. fagina‘abitante i boschi di faggio’.