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FADÍGA (FATÍGA)
s.f.
Sforzo materiale (ma il vocabolo trova impiego anche per indicare l’impegno morale) dovuto al lavoro, che induce una sensazione penosa e molesta (Bonini, Tempo passato, 20: “Allora sì che vensin le fadighe / a mette al mondo un branco di fijoli”; Pennacchi, Il Togno e la Garfagnana moderna, 90: “…ma trovi tutto pronto in del macello / senza fadiga, ora che c’enno i soldi”). Dal lat. fatiga che nella lingua italiana ha cambiato la . in . per “ipercorrettismo”, ritenendosi la desinenza originaria come influenzata dai dialetti settentrionali che hanno generalmente consonanti sonore (. e .) dove il latino ed il toscano le hanno sorde (. e .)”: così Borgonovo-Torelli, 113. Il vocabolo garfagnino ha invece mantenuto la . (e specialmente la .) originarie della parola. Si veda anche quanto riportato alla voce successiva circa l’etimologia della parola fadiga’.