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CUCULÍN
s.m.
Diminutivo di cuculo. Merita d’esser ricordata un’usanza tipica dei giovani di un tempo e riportata da Lenzi nella sua tesi di laurea sul dialetto di Castelnuovo Garfagnana. Egli scrive: “Il cuculo era un tempo ispiratore di molti stornelli che le ragazze, al pascolo nelle selve, improvvisavano con una dolce cantilena: ‘Cuculin, dalle penne di fico, fra quanti anni prenderò marito?’, aspettando quindi con ansia il responso del cuculo, poiché ad ogni suo cucù corrispondeva un anno di attesa (e naturalmente le giovani speravano che l’uccello ne emettesse pochi n.d.a.). I ragazzi, che invece non erano riusciti a trovare una parola che facesse rima con moglie, ponevano una domanda più seria: ‘Cuculin di là dal mare, quanti anni ho da campare?’ e contavano i cucù, provando ovviamente un certo dispetto se l’uccello si stancava presto di ripetere il suo verso”. Dal lat. cuculus (Passerini Tosi, 408) di chiara origine onomatopeica.