Dizionario garfagnino

Torna indietro

CÀTRO

s.m.

Cancello. Il termine è spesso utilizzato anche con riferimento alle comuni serrande, ma impropriamente. Catri erano, infatti, in prima accezione, quei piccoli cancelli campestri di pali o assi, che consentivano a uomini e animali l’accesso ai campi, spesso recintati con fil di ferro o filo spinato. Tanto tempo fa i ragazzi dispettosi si divertivano a svellerli dai cardini, per tiralli a rutola. Etimologicamente potrebbe derivare dal lat. clatri sost. masch. plur., dal significato, appunto, di ‘cancello’ (Battaglia, II, 884). Questa etimologia è confermata da Devoto-Oli, 429 che non riportano catro, ma che, nella spiegazione dell’etimo di ‘catorcio’, parlano di derivazione da un ant. catro‘cancello’ incrociato con ‘torcere’. Il maestro Poli, riportando la parola nella sua raccolta di termini del dialetto locale, fornisce un’altra etimologia, affermando che il vocabolo sarebbe da ricondurre alla dea etrusca ‘Catra’, protettrice dei confini, ma forse la differenza tra le due tesi è solo apparente, in quanto la voce lat. clatri (o clatra, riportata da Georges Calonghi, colonna 494) potrebbe esser riconducibile alla divinità etrusca di cui parla il Poli (è tuttavia, questa, opinione soggettiva e personale di chi scrive, assolutamente priva di riscontri e vaglio scientifico). Battaglia, II, 884 richiama invece il lat. plur. clatri, clatro-rum cancello, inferriata’. Per altri ancora ci si dovrebbe rifare al lat. quater o quattor, ovvero al franc. quatre, tutti con il significato di‘quattro’ perché ilcatro ha quattro lati.