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CASTÀGNO
s.m.
Albero della Fagacee, tipico della flora collinare mediterranea. Per quanto vocabolo assolutamente identico per suono e significato nella nostra lingua nazionale, lo si menziona per il rispetto che deve esser portato dai garfagnini a questa pianta, il cui nome non può mancare in una raccolta di vocaboli della nostra valle. È infatti pianta quasi connaturata alla Garfagnana dove i boschi di castagni non si chiamano castagneti (vocabolo quasi esclusivo del lessico degli agronomi e dei geometri), ma semplicemente selve (termine con cui si indica, infatti, per antonomasia, il bosco di castagni). Lo spettacolo delle selve garfagnine, rigogliose e quasi impenetrabili è affascinante non solo per i turisti, ma anche per le stesse persone del luogo. Da questi grandi, robusti e generosi alberi si ricavano frutti che non hanno uguali per gusto e sapore con altri analoghi, ed una farina dolce, detta di neccio (ved. infra), dalla quale si ottiene una polenta, vera delizia del palato (forse perché frutto della macinatura di castagne di diverse qualità). Questa stessa varietà di piante di castagno all’interno della medesima selva può spiegare forse anche il motivo per il quale i funghi – in particolare i porcini – che nascono nei boschi garfagnini siano i migliori in assoluto fra tutti quelli che si possono acquistare o trovare in altre zone: ciò, almeno, a parere di chi scrive.Dal lat castanea e questo dal gr. kàstanos, voce originaria dell’Asia Minore (Diz. Etimol. Rusconi, 196).