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BASTÀRDO
agg. e s.m.
Nel dialetto garf. è diffusa sia l’accezione spregiativa di persona (e anche di animale) di nascita non legittima (e, per traslato, anche di individuo ‘vigliacco, spregevole’), come quella di ragazzo, adolescente, anche senza significato negativo. Pennacchi impiega il vocabolo in entrambi i sensi: nel primo (e nell’accezione traslata) ved. Il Togno e la guera, 41, nel secondo Il Togno e i plifferi, 45. Il significato di ‘animale appartenente a specie non pura, non precisabile’ non diverge invece in nulla dall’identica parola italiana. Derivato dal franc. ant. bastard ‘figlio nato da un principe con una donna tenuta in concubinaggio’ (Battaglia, II, 96); conf. Devoto-Oli, 255.