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BAFARDÈLL
s.m.
Vento che provoca mulinelli e fa turbinare le foglie secche; vento forte. Il vocabolo, nel senso indicato, è tipico del dialetto di Corfino; in molte altre zone della Garfagnana con questa parola (peraltro più spesso nella forma bufardelloo buffardello) si indica, oltre al vento, un folletto, uno spiritello, più dispettoso che cattivo; probabilmente un’accezione del termine è conseguenza dell’altra: sovente alcuni fenomeni naturali provocavano eventi strani che la fantasia popolare attribuiva a esseri soprannaturali cui veniva dato lo stesso nome della causa che aveva generato tali accadimenti (in questo caso il vento bizzarro). Nel volume “La gente garfagnina dicea...così”, 103 si legge: “Se trovavano una gallina spennata o se il fieno, che era stato steso, spariva per via del vento, si dava la colpa al bufardello. Questo era spesso considerato come un vento che girava, come una piccola tromba d’aria; di solito arrivava quando si coglievano le castagne e, in particolare il 28 ottobre, giorno di San Simone. A volte, la mattina, quando (i contadini, n.d.a.) andavano nelle stalle, trovavano i cavalli con le trecce alla criniera e le vacche con le code intrecciate; si diceva, che era stato il Bufardello... uno spiritello molto dispettoso”. (ved. infra bufardello).