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BACINÈLLA
s.f.
Recipiente impiegato per il trasporto dei panni lavati o da lavare; il vocabolo si utilizzava anche per indicare la catinella (ved. infra), che più propriamente era il catino impiegato per l’igiene personale quando nelle case non c’era ancora l’acqua corrente. I due termini poi divennero interscambiabili, anche se la bacinella (o catinella) utilizzata per trasportare i panni era normalmente di alluminio (in seguito sostituito dalla plastica), di forma ovale, con due manici ai lati ed assai più grande di quella impiegata per la pulizia e la cura della persona, che si presentava più bassa, di norma rotonda e realizzata in alluminio smaltato, con l’orlo sporgente, spesso ingentilito da un bordino blu. Quest’ultima veniva collocata il più delle volte in camera da letto, in un porta-catino costituito da un’armatura metallica, contenente il posto per la brocca, per il sapone, l’asciugamano e, appunto, la bacinella (vedasi la figura in capo alla lettera B); il tutto, a volte, nei modelli ‘di lusso’, era sormontato da uno specchio rotondo. La parola è presente anche nei comuni dizionari italiani e, come per altri vocaboli, viene qui segnalata per il suo impiego frequente nel dialetto, che la ha fatta quasi diventare voce (anche) garfagnina. Il vocabolo costituisce un diminutivo di bacile o bacino che deriva dal gallo-romanzo baccinum, ‘vaso di legno’ (Devoto-Oli, 233).