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ATTURTIULÀTO
agg.
Attorcigliato, ravvolto su se stesso. L’espressione – che si trova anche nella raccolta di Nello Guido Poli – è usata da Pennacchi, La prutesta, 52 dove uno dei protagonisti, Gianni, si rifiuta di far la ricerca sui boschi e le foreste, assegnatagli a scuola, perché nei boschi ci sono i serpenti (i bisci) e dice: “Io non vado gnanco ai funghi / per qui’ mostri atturtiulati”. In italiano si trova, quantunque raro, ‘attortigliato’, di cui il vocabolo garfagnino pare variante lessicale. ‘Attortigliato’ deriva dal lat. volg.tortiliare (Battaglia, I, 829). Devoto-Oli, 205 preferiscono ricondurre il vocabolo al lat. tortilis‘curvo’.