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ÀMME
s.m. indecl. e avv.
Amen, certamente, così sia. Ma la sua accezione più frequente è nella locuzione in un amme (indunamme) con il significato di ‘in un attimo, in un momento’ (Pennacchi, La filusufia del Togno, 38: “Ora, in un amme il conto è pareggiato”; ancora Pennacchi, Il Togno e la guera, 41: “E le guere finivano in un amme”). Il vocabolo – che (come riferiscono Borgonovo-Torelli, 31) senza traduzione fu usato per la prima volta da Dante – deriva direttamente dall’ebraico amen ‘così sia’. Il Diz. Etimol. Rusconi, 61 precisa che la parola discende dall’ebraico aman ‘essere certo’ ed afferma che le preghiere ebraiche terminavano tutte con amen per esprimere la certezza che Dio le avrebbe accolte (‘Così sia e così certamente sarà’). Dunque, si sottolinea, al termine delle nostre preghiere è un’inutile ripetizione dire amen e subito dopo ‘così sia’.