Torna indietro
SUPPIDIÀN (SUPPIDIÀNO)
s.m. soppediano,
Grande cassa di legno utilizzata soprattutto per contenervi la farina di castagne che vi veniva stivata perché durasse fino al nuovo raccolto, costituendo la base dell’alimentazione dei garfagnini di un tempo. In italiano ha più il valore di ‘cassapanca da camera da letto’, accezione oggi comune anche nel linguaggio garfagnino. Dal tardo lat. suppedaneum ‘sgabello per i piedi’ (Devoto-Oli, 2268; Mestica, 1718 – che definisce il vocabolo ‘tappeto o altro per sotto i piedi’ – lo dichiara derivato da sub ‘sotto’ e pedes ‘piedi. A nostro avviso, tale tesi (certo etimologicamente ineccepibile) impone di ricorrere a una interpretazione estensiva del vocabolo lat.sub, attribuendo ad esso il senso di ‘in fondo’: il suppidian, infatti, è un mobile che non sta sotto i piedi delle persone, ma ‘in fondo, ai piedi’ (del letto). Ci rendiamo conto però che trattarsi di quisquiglia, di questione di ‘lana caprina’.