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SPÍJO
agg.
Sveglio, capace, spigliato. Nel lavoro di Gian Mirola è riportata, a pagina 21, la poesia di Giovanni Giorgi, Quel che fa la città nella quale, ad un certo punto, il poeta, spiegando cosa succede a chi va in città, dice: “chi è tonto, nun pensà, diventa spijo”. L’italiano ‘spigliato’, probabile origine del vocabolo garfagnino, deriva da impigliato con caduta della prima sillaba e sua sostituzione con una ‘s’ privat. (Devoto-Oli ,2316).