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SOMMÓNDA’
trans.
Coniugato come ama’. Verbo a noi del tutto sconosciuto – e di cui non abbiamo trovato chi abbia saputo illustrarcene il significato – contenuto nella poesia del maestro Valiensi, Carbone e carbonagli, 116 (“E allora il carbonaglio sommondava”). Da informazioni raccolte, con questa voce si indicava l’attività di sistemazione della piazza (ved. supra) dove era stata allestita la carbonaia, al termine della carbonatura, con la livellatura del terreno, lo spargimento dei residui e dei legni incombusti (i tizzi – ved. infra) che venivano messi da parte, mentre il terreno intorno veniva ricoperto di terra fine. Questo lavoro aveva lo scopo di far sì che le braci rimaste si estinguessero ed il carbone (e la carbonaia stessa) stuccasse (ved. infra stucca’), non ricevendo più alimentazione per bruciare. Sostanzialmente conferma la definizione al verbo data da Matraia, 177. Azzardiamo, con beneficio di inventario, un’etimologia da sub e monda’ ‘pulire sotto’.