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PÓLLA
s.f.
Sorgente, vena d’acqua dove spesso – durante le scampagnate, le passeggiate nel bosco, l’attività di caccia, di ricerca di funghi, castagne, bacole, fragole, more e lamponi – ci si fermava per dissetarsi e, se capitava, per scambiare quattro chiacchiere (Pennacchi, Santa Maria e Ferragosto, 118: “Alla polla faceimo un fussettin / per tené al fresco tutto il giorno il vin”). Dal lat. pullula ‘germoglio’ (Palazzi, 856). Passerini Tosi, 1127, pur essendo sostanzialmente in sintonia con questa tesi, preferisce far derivare il vocabolo direttamente da pollare ‘germogliare’ (conf. Devoto-Oli, 1737).