Dizionario garfagnino

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PÒGO

agg. e avv.

Poco, in piccola quantità, in piccolo numero. Breve, corto, limitato, insufficiente, anche nel senso di ‘ridotto nel tempo e nello spazio’. Viene utilizzato in tutte le accezioni, locuzioni ed espressioni della lingua italiana e merita segnalazione per la variante fonetica che resiste all’incalzare del vocabolo italiano. Si sente dire frequentemente anche come avverbio di quantità (mi pa’ sta pogo ben). Il vocabolo è impiegato spesso anche dai poeti dialettali. (Santini, I Pionieri, 73: “Per quel pogo che ho studiato / so che i bianchi (e questo è vero) / non accettino stragnero / che nun sia desiderato”; Bonini, El cuntadin del curato, 46: “Se dura questo tempo e ’l sol nun ven / si farà una vendemmia pogo bella”; Pennacchi, Le prumesse, 23 “...invece, se ’un t’arangi, poveretto, / poi mangià pogo più del pan ischietto”). Dal lat. paucus ‘poco’.