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PINÀCCIO
s.m.
Fungo commestibile della famiglia dei ‘boleti’ con cappella convessa di colore scuro, parte sottostante spugnosa e giallastra come il gambo. In italiano si trova ‘pinarolo’ (Devoto-Oli, 1705). Si consuma cotto, dopo aver asportato la pellicina che riveste la cappella e c’è anche chi li fa seccare.Il nome del fungo deriva dal fatto che è frequente nelle pinete. La desinenza dispregiativa mostra come, per i garfagnini, si tratti di un fungo di scarso valore, dato che la gente della Garfagnana reputa degni d’esser mangiati solo gli ovoli, i porcini veri e propri e, con qualche riserva, oggi abbandonata, i galletti.