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NÉCCIO 2
s.m.
Usato per lo più al plurale, necci, indica una cialda sottile ottenuta versando uno o due cucchiaini di un impasto abbastanza morbido (realizzato con farina di castagne, acqua e un pizzico di sale) tra due cotte (ved. supra) ben unte di lardo. Una volta che la cialda sia cotta da entrambi i lati, verrà cosparsa di ricotta e quindi arrotolata per formare una specie di cannolo da servire caldo. I necci peraltro si mangiano anche freddi, inzuppati nel latte o nel vino. Gian Mirola, 15, con condivisibile opinione, aggiunge: “sono buoni, sottili e croccanti”. Per l’etimologia ved. supra neccio 1.