Torna indietro
MÀI
avv.
Mai, in nessun momento. Se in tale accezione non differisce dal normale significato italiano, è caratteristico il suo impiego nella parlata delle persone della Garfagnana, preceduto da ‘che’, quasi come secondo termine di paragone, nel senso di: ‘come non se ne è (era) mai visto’, ‘in un modo che non si sarebbe mai detto’, residuo con contrazione, forse, dell’espressione latina quam qui maxime‘quant’altri mai’(tesi personale non verificata); curioso è, in tal caso, il raddoppiamento della . di ‘mai’, ben avvertibile nel linguaggio parlato. Nella fiaba Il mondo di sotto (raccolta da Venturelli, 62) il narratore, per descrivere un bue di dimensioni enormi, dice: “Dio bòno! Era un bove grosso che mmai!”. Singolare anche il significato di ‘molto, enormemente’ che assume il vocabolo quando viene unito a ‘tanto’ o ad altri avverbi simili (Santini, Coerenza, 18: “…cume va / che ‘un ti muti una volta quel vestito / nero, uniforme, brutto, che ti sta / tanto mai male, e edè tutto sdrugito?”). Dal lat. magis ‘più’.