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LÈGGE
trans.
Irregolare al pass. rem. io leggétti(lèssi), tu leggésti, egli leggétte(lèsse), noi leggéttimo(leggémmo, lèssimo), voi leggéste, essi leggéttero(leggéttino, lèssero, lèssino) e al part. pass. lètto. Leggere, praticare la lettura, rendersi conto, conoscere il contenuto di un libro, di un articolo di giornale, di un manifesto, di qualsiasi cosa scritta. Pronunciare ad alta voce quanto sta scritto in un testo, in un documento che si ha tra le mani ed il cui contenuto non è conosciuto a memoria. Decifrare una scrittura, comprenderne i caratteri ed il significato dei segni grafici e delle parole. Si riporta questo verbo, simile, pure nel significato, all’italiano ‘leggere’ sia per la sua estrema diffusione anche nella parlata della gente di Garfagnana, sia per sottolineare l’impiego a volte della variante lece (Bonini, 17si rivolge ai destinatari delle sue poesie, intitolando proprio la prima di esse: A chi mi lece), sia per ricordare che in qualche caso ilpart. pass. è leggiuto (Nella poesia Si coje o no a firma CIDI, pubblicata dal giornale “La Garfagnana” troviamo: “Se ’un en tutte fandonie / quel ch’àileggiuto / in del giornale”). Dal lat. legere letteralmente ‘cogliere, fissare con lo sguardo’.