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INCASTRA’
trans. e intrans.
Coniugato come ama’. Non è (rectius non è solamente) usato nel senso di ‘far penetrare qualcosa in un incavo, in una cavità, in un’apposita sede o alloggiamento in modo che non possa più uscirne con facilità’ e neanche (o non solamente) ‘metter nei guai, compromettere qualcuno’; nel dialetto garf. infatti il suo significato, forse più frequente, è un altro e corrisponde all’accezione di ‘cadere a proposito, venir opportuno, entrarci’ (che ci incastra questa persona con le nostre faccende?; quello che dici ’un c’incastra nulla cul mi’ ragionamento). Dal lat. castrum ‘castello, luogo chiuso tutt’intorno’ (Mestica, 756).