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FOCÀTICO
s.m.
Imposta sul focolare. In origine, quando non si conosceva il principio della ‘capacità contributiva’, era l’imposta che gravava su ogni capo famiglia, in misura identica, indipendentemente dal reddito e dal numero dei membri del gruppo familiare; con il passar del tempo ha preso il significato più generale di ‘imposta di famiglia’, da pagarsi al Comune di residenza (Pennacchi, Di pal in frasca – La pacenzia, 27: “La pacenzia è quand’un omo lassa perde, / anco se a mezzo mese resta al verde / a forza di pagà tasse e tributi / focatichi e marchette a j’ Istituti”). Mestica, 610, aggiunge: “È la tassa più antipatica, perché mai giusta”. Dal lat. focus nel senso primario di ‘focolare della casa’, della famiglia e, per metonimia, la famiglia stessa (Mestica, op. loc. ult. cit.).