Dizionario garfagnino

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DÓPPO

avv.

Dopo. Può essere avverbio di tempo (parlerò doppo), o di luogo (“l’osteria è prima o doppo l’edicola?” “Doppo”) e può anche essere utilizzato come preposizione impropria (ci vedremo doppo il cine; in ordine alfabetico vengo doppo di te). È assai frequente nel linguaggio comune e nelle composizioni degli autori garfagnini (Santini, Fattoria moderna, 34: “Io, doppo che mi dan levitamine,/ mi sento propio ben….; Pennacchi, Il cambio alla Coplatte, 148: “perché lui pensa a adesso e il sindacato / invece pensa a quel che verrà doppo”; Bonini, E cusì presi moje, 82: “Infatti s’aggiuston le cosarelle / e doppo un mese dissimo di sì”). Dal lat. de con valore intens. e post ‘dopo’.