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CUNSÍJO
s.m.
Consiglio, avvertimento, esortazione. Parere dato a qualcuno per aiutarlo a superare una difficoltà o indurlo a fare qualcosa. Bonini, nella poesia intitolata proprio Un cunsijo, 78, parla di una sfida a duello avvenuta nell’ottobre 1893 tra due consiglieri comunali di Castelnuovo, l’avvocato Guglielmo Poli e il dottor Giuseppe Carli. Il primo, ricorda Gian Mirola chiosando la poesia, ritenendosi offeso da una certa ‘mozione Carli’, aveva lanciato la sfida al dottore. Quando pareva che ormai dovesse scorrere il sangue, i padrini dei contendenti risolsero la vicenda con un comunicato nel quale si affermava non fossero ravvisabili “gli estremi di un’offesa riparabile con le armi” e il duello fu evitato. Il Bonini, con arguzia tipica garfagnina, mette alla berlina i due contendenti e lo stesso istituto del duello, dicendo che è meglio sostituire, alle tenzoni con sciabole e pistole, quelle a base di ‘vin e mundine’.Dal lat. consiliari ‘consigliare’.