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CAMÍGIA
s.f.
Camicia, prevalentemente da uomo, anche se il vocabolo si ascolta, a volte, per indicare un indumento, della medesima fattura, indossato da una donna (Bonini, Regalo mal retribuito,95: “S’el pentimento fusse una camigia…”). Caratteristica è la locuz. idiom. garf. ire tra ‘l busto e la camigia, usata quando si intende parlare di un cibo che non piace e che si è mangiato controvoglia (Quel riso m’è ito tra’l busto e la camigia. Singolare è anche l’impiego di questo vocabolo per indicare l’insieme delle sostanze che rivestono la forma di cagio per favorirne la conservazione, la ‘crosta’. A questo proposito si parlava poi di togliere la camicia (camigia) quando i partecipanti al gioco del tiro (ved. infra) provvedevano con molta attenzione a levar bene la crosta la prima di lanciare la forma, così da renderla più liscia e perciò in grado di andare più lontano (cfr. Lorenza Rossi, 241).Dal tardo lat. camisia‘camicia’ di origine forse gall. (Palazzi, 198; conf. Borgonovo Torelli, &3). Battaglia, II, 584 riferisce invece che il vocabolo risulta adoperato per la prima volta da S. Girolamo per indicare una specie di tunica portata dai soldati. (Conf. Devoto - Oli, 367 che richiamano una più antica voce camiscia).