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CÀLLIDO
agg.
Furbo, astuto. Il vocabolo è oggi assai poco frequente, ma lo si segnala perché è presente nella raccolta del Poli − per cui certamente faceva parte un tempo del linguaggio parlato − e dimostra come il dialetto garf. abbia ereditato molto dalla lingua latina. Callido, che molti dizionari della lingua italiana addirittura non riportano (e chi lo fa, come Battaglia, II, 549, lo definisce ‘voce dotta’), è termine di diretta derivazione dal lat. callidus‘abile, astuto, furbo’ (Castiglioni-Mariotti, 160), significato del tutto coincidente con quello dialettale sopra illustrato.