Dizionario garfagnino

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BANDÍTA

s.f.

Zona interdetta ai non aventi diritto. Nei tempi passati, quando le castagne rappresentavano il principale mezzo di sostentamento e guadagno dei garfagnini, al tempo della loro caduta e raccolta, i proprietari e i mezzadri bandivano (bandivino) le selve, ne vietavano, cioè, tramite il bando (ved. infra), l’accesso a mucche, pecore e capre che avrebbero potuto cibarsi di tali frutti, compromettendo il raccolto. Il divieto – che andava dal 29 settembre, San Michele, all’11 novembre, San Martino (cfr. Prodotti tipici e cicli produttivi, 113) – era esteso anche alle persone non autorizzate che, tutt’al più, potevano passare per la strada (all’interno della selva), raccogliere i frutti ivi caduti, ma non quelli pendenti o giacenti nel bosco. L’usanza è oggi del tutto abbandonata (tranne in qualche limitata zona a forte vocazione castanicola), perché quasi più nessuno raccoglie le castagne. Dal fatto che la gente era stata bandita dall’attraversare le selve, nacque il sostantivo bandita che significa dunque ‘luogo dove è inibito il libero transito’, ‘selva ove non si ha facoltà di raccogliere i frutti’. La parola costituisce una sostantivazione dell’agg.bandita con sottinteso il vocabolo selva (zona). È certamente singolare parlare di un sostantivo a tempo (la bandita non era più tale passato il tempo della raccolta delle castagne), ma, a ben vedere, questo è quanto capita ancor oggi per le zone ove vige il divieto (temporaneo) di caccia e di pesca, come riportano i dizionari proprio alla voce ‘bandita’.