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ANNIGHÍTO
agg.
Triste, abbattuto, persona in stato di grave avvilimento, “che sta a bocca asciutta, amara”: così traduce Gian Mirola il vocabolo utilizzato da Bonini in Cunsij materni, 33. Tuttavia lo stesso Gian Mirola nel suo “Il vernacolo garfagnino ed i suoi poeti”. 20 attribuisce al vocabolo il significato di ‘arso dalla febbre, assetato’. Potrebbe forse trattarsi di una variante o di una storpiatura di ‘annichilito’ con radice di nihil ‘nulla’, ma è ipotesi personale non verificata.